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Genova città della partecipazione, della democrazia e dei diritti

C’è un valore che più di tutti è venuto a mancare in questi anni: la democrazia.

Le scelte si sono sempre fatte ai vertici e calate dall’alto, senza mai accettare critiche o sedi di confronto, e quindi depotenziando ogni forma di partecipazione. In questo contesto, l ruolo dei Municipi è stato sminuito, concentrando risorse e poteri presso il Sindaco, con le istituzioni tenute ai margini se non umiliate.

La nostra Genova partirà da un rilancio della democrazia e della partecipazione con due obiettivi fondamentali:

Scopri le proposte in punti

Genova città della partecipazione, della democrazia e dei diritti

Capacità decisionale ai Municipi

Restituire ai Municipi capacità decisionale e autonomia gestionale, secondo i principi di un autentico decentramento amministrativo. Essendo l’istituzione più vicina ai cittadini, i Municipi svolgono un ruolo strategico che, per poter essere efficace, necessita di adeguate risorse e competenze.

01

Confronto permanente

Costruzione di sedi di confronto permanente con i cittadini per definire insieme gli interventi strategici e gli obiettivi di pianificazione, sull’esempio di quelle realizzate dalla rete “Città senza paura”. Introducendo il concetto di “case di quartiere” con personale qualificato del municipio di competenza.

02

Multiculturalità

Sviluppare progetti nel solco del concetto di multiculturalità che è caratterizzante per una città portuale come Genova, favorendo un’integrazione dei “nuovi italiani”, in contrapposizione all’isolamento e ghettizzazione di determinate comunità

03

Democrazia significa poi tornare ad essere una città dei diritti e delle pari opportunità, che contrasta le discriminazioni e si fa di nuovo protagonista di un civismo che anticipa e accelera i processi di espansione dei diritti, in sintonia con i movimenti.

Tutte le azioni dell’amministrazione saranno declinate e valutate sulla base della parità di genere e prima di tutto introdurremo il bilancio di genere.

Non ci limiteremo, come è doveroso, a reintrodurre il patrocinio al Pride ma istituiremo un Ufficio dedicato al contrasto delle discriminazioni e che abbia il mandato di tenere i rapporti con la comunità LGBTQIA+ e le associazioni operanti sul territorio comunale e metropolitano, prevedendo uno sportello in ciascun municipio. L’Ufficio agirà monitorando il territorio come collettore di domande, ma anche come presidio di prossimità, strumento di partecipazione, osservatorio contro le discriminazioni. Sarà il luogo istituzionale attraverso cui la comunità LGBTQIA+ trova spazio per contribuire alla costruzione di azioni strategiche e partecipate.

Renderemo più inclusivi i presidi di tutela della comunità, come le case rifugio o i centri antiviolenza, in modo che possano essere un servizio a disposizione di chi è vittima di violenza di genere a 360 gradi.

Sebbene il Comune di Genova non sia uscito formalmente dalla Rete Re.A.Dy., ovvero la Rete nazionale delle Regione e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omobilesboatranfobia, di fatto le risorse della precedente amministrazione sono state investite al fine di discriminare le persone per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere. Noi ci impegniamo a riattivare la partecipazione di Genova alla Rete Re.A.Dy. tramite l’ufficio delegato ai temi LGBTQIA+. Entro la fine della consiliatura va raggiunto l’obiettivo dell’adesione alla Rete da parte di tutti i Municipi.

Silvia Salis Sindaca di Genova