Skip to main content
Contatta lo staff
Libreria Foto
Social wall
Quando si parla di cifre e numeri sugli occupati in crescita in Italia bisogna fare attenzione a essere entusiasti, perché: di che lavoro si sta parlando? 

Anche chi lavora poche ore alla settimana corrisponde a un nuovo posto di lavoro in più, ma qual è la qualità di questo lavoro? Da anni assistiamo alla crescita di un fenomeno che si chiama "working poor", cioè quelle persone che pur percependo uno stipendio non riescono a fare la spesa, a pagare le bollette, ad arrivare alla fine del mese.

Da sindaci abbiamo il polso di questa situazione e testimonianze dirette, quotidiane, perché le mense sociali hanno un continuo accesso di nuove persone che vengono a prendere il pasto uscendo dal proprio posto di lavoro.

Per tante persone i salari non danno più la capacità di avere una vita dignitosa.

Ne ho parlato qualche giorno fa a @piazzapulitala7

...

9097 268
Oggi, finalmente, è arrivata una prima boccata d'ossigeno per lo stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano.

Negli ultimi giorni la nostra città ha vissuto momenti di grande tensione. I lavoratori ex sono scesi in piazza e hanno manifestato per difendere il loro inalienabile diritto al lavoro. Da subito ho espresso solidarietà e vicinanza alla loro causa, sono stata in corteo con loro e ho ritenuto di intervenire in prima persona quando, come è accaduto ieri davanti alla Prefettura, da parte dei manifestanti e della Questura mi è stato chiesto di prendere posizione per evitare che la tensione potesse salire ulteriormente.

Purtroppo c’è stato qualche brutto episodio nelle ultime ore, che condanniamo con fermezza: la violenza non deve mai trovare spazio nella nostra città, anche per non dare alibi a chi pensa di poter strumentalizzare vertenze molto delicate. 

Oggi, dalla riunione di oggi con il Ministro Urso, è arrivato l’impegno a breve termine della struttura commissariale a far ripartire la linea dello zincato, bilanciandola con la produzione della banda stagnata, garantendo l’occupazione a Genova per 585 persone, a cui se ne aggiungeranno altre 70 in formazione, a rotazione. 

E si aprono spiragli anche per il medio‑lungo termine, con il governo che si è detto disponibile senza ambiguità a intervenire direttamente qualora l’eventuale offerta privata per l’acquisizione dell’ex Ilva non fosse sufficiente a garantire il futuro degli stabilimenti, dei posti di lavoro e dei salari. 

A tutti i lavoratori, alle loro famiglie e a chi in questi giorni difficili si è speso in prima persona va la mia più sincera riconoscenza. Continueremo a vigilare ogni giorno perché la partita è appena iniziata e Genova ha bisogno di certezze, non di promesse. 

Io non mi tirerò mai indietro quando si tratterà di chiedere, con fermezza, le risposte a cui questa città e i suoi lavoratori hanno diritto e sarò sempre dalla parte di chi manifesta in modo pacifico, di chi chiede ascolto, di chi non vuole essere lasciato solo davanti all’incertezza.

...

16760 442
Da giorni leggiamo polemiche ridicole che ci accusano di voler cancellare le tradizioni del Natale: è tutto ovviamente falso, tipico di una certa parte politica che non sa rinunciare al becero populismo. L'unico modo che ha di affermare se stessa.

Finora non ho risposto a nulla di ciò che ho sentito perché eravamo al lavoro per il bene della città, per le festività in arrivo, per 1200 famiglie che all'ex Ilva rischiano di passare il Natale senza stipendio.

Non abbiamo cacciato il presepe da Palazzo Tursi, men che meno Gesù bambino, come ho letto. Nessuno ha rubato il Natale ai genovesi. Anzi, abbiamo pensato a un calendario ricco di eventi, soprattutto per i più piccoli.

La grande novità sarà il villaggio di Natale, nell’atrio di Palazzo Tursi dal 17 dicembre, con laboratori, animazioni e la possibilità di farsi una foto con Babbo Natale. Naturalmente a ingresso gratuito. 

In piazza De Ferrari, la Regione quest’anno non ha voluto sostenere la realizzazione dell’albero. Ci abbiamo pensato da soli, insieme a Iren, che sta allestendo un bellissimo albero alto 16 metri, illuminato in sintonia con le altre luci della piazza.

Naturalmente ci saranno anche i presepi. Quelli che la destra ci accusa di aver cancellato. Quello del Comune non sarà a Tursi, dove chi ci ha preceduto lo ha fatto solo per due anni e in uno spazio marginale, ma come da tradizione da un secolo e mezzo sarà a Palazzo Rosso. Quest’anno sarà visibile a tutte le persone che passeranno da via Garibaldi e l'8 dicembre sarà inaugurato dall’Arcivescovo Tasca. E abbiamo anche raddoppiato il passaporto dei presepi con un tour dedicato a quelli tradizionali e uno a quelli pittorici.

Ancora, ci saranno come sempre il Winter Park a Ponte Parodi, la festa di accensione dell’albero a De Ferrari l’8 dicembre, il Confeugo, i mercatini e tanti eventi nei municipi, un cartellone ricco di appuntamenti al Porto Antico.

Insomma, l’unica “furia estremista” che abbiamo, per citare chi ci ha attaccato in questi giorni, è pensare a un Natale che possa portare un po’ di gioia davvero a tutti. Non a polemiche per strappare qualche titolo di giornale o qualche cuoricino sui social.

...

55315 1614
Stamattina sono stata a Cornigliano, al presidio con i lavoratori dell'ex Ilva. Venerdì tornerò a parlare con il ministro Adolfo Urso, sperando ci siano delle novità, perché nel nostro ultimo incontro non ci sono state date risposte convincenti, ci è stato presentato un piano transitorio che non offre certezze né ai lavoratori né alla città. 

Qui è in gioco lo sviluppo di Genova e la sua sostenibilità sociale. 

Da sindaca l’unica domanda che mi interessa è: che cosa fa lo Stato se non intervengono investitori privati? Al ministro l’ho chiesto tre volte senza ottenere una risposta chiara. Se ha un’idea, deve dircela. Il governo e la Regione dicono che sarebbe bello se arrivassero investitori a febbraio, ma ricordo che anche a settembre sembrava ci fosse qualcuno pronto a investire subito. E invece non c’era nessuno.

Stiamo parlando di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, di una linea di produzione strategica per il Paese. Difenderò i lavoratori fino in fondo, sono parte integrante dello sviluppo di Genova, e questa amministrazione è al loro fianco: farò qualsiasi cosa per ottenere delle risposte.

...

11662 299
A gennaio partirà un progetto di educazione sessuo-affettiva in quattro scuole materne di Genova, con circa 300 bambine e bambini coinvolti e in accordo con le famiglie.

Penso che in questo Paese sia impossibile dire che non ci sia bisogno di un'educazione affettiva nelle scuole o sostenere che debba essere appannaggio esclusivo delle famiglie. Da sindaca e da donna, in un Paese in cui c'è ancora un livello di violenza, non solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica e verbale contro le donne così alto, sento la responsabilità di agire.

A Genova, centinaia di bambini nelle scuole d'infanzia inizieranno a prendere familiarità con un argomento del quale non si parla. Bambini che vivono in famiglie con provenienze culturali molto diverse tra loro. Sento spesso dire che "ci sono altre priorità", ma anche il benaltrismo è una forma di violenza, anche delegittimare una discriminazione o ritenere inutile un'ora di educazione affettiva.

Noi iniziamo da questo. È un piccolo passo, ma con l'aria che tira in questo Paese credo possa essere molto significativo. 

Di tutto questo progetto, di queste centinaia di bambini che spero diventeranno migliaia, se anche solo uno o una capirà che la sua vita deve essere diversa da un modello tossico che può vivere nella sua famiglia, penso che avrà avuto senso farlo.

...

24833 464
Oggi 25 novembre tutte e tutti siamo chiamati a rompere un silenzio. Il silenzio che spesso vede qualcuno dirci che la violenza contro le donne è solo un fatto privato, che è una parentesi sulle pagine di cronaca.

Una donna che smette di uscire con le amiche perché lui è geloso. Lui le controlla l’abbigliamento. Lui decide con chi può parlare. Lui la minaccia se vuole andarsene. È una donna che vive sotto una forma di intimidazione quotidiana: è un terrorismo “di prossimità”. Invisibile. Subdolo. Eppure nessuno usa questa parola: terrorismo. È un terrorismo senza una sigla che lo definisca, ma con milioni di complici inconsapevoli.

Diciamo con forza che la violenza contro le donne è una questione culturale, sociale e politica. E riguarda tutte e tutti noi, riguarda ciò che una società tollera, normalizza o minimizza.

Si preferisce attenuare: crimine passionale, raptus, tragedia familiare.
Ma le parole sbagliate creano politiche sbagliate, e la violenza continua. Ecco perché servono risposte radicali: risorse, interventi rapidi, formazione obbligatoria, case rifugio come infrastrutture essenziali. E serve un cambio di paradigma: proteggere le donne come proteggiamo i cittadini da qualsiasi altra grave minaccia.

La politica spesso arriva dopo. Dopo la denuncia, dopo l’ospedale, dopo il funerale. Non possiamo più permetterci una politica che si limita a piangere le vittime. Serve una legge organica che coordini giustizia, scuola, sanità, sicurezza e welfare, come abbiamo fatto con la mafia negli anni ’90. Perché quando lo Stato capisce che un problema è strutturale, ha l’obbligo di rispondere in modo strutturale.

In Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni. Non si può più accettare che il luogo statisticamente più pericoloso per una donna sia la propria casa. Non c’è democrazia quando una donna ha paura. E noi non smetteremo mai di parlarne.

Lo dico da sindaca e da donna: non basta dire che si è contro la violenza, bisogna essere contro la violenza. Ogni omissione è un passo indietro, un ritorno verso un silenzio che ora non possiamo più permetterci.

Quando capiremo che la violenza contro donne è una questione di Stato?

...

6827 176
Stamattina abbiamo approvato in Giunta il primo bilancio della nostra amministrazione, un bilancio che si assume la responsabilità di salvare AMT e che sblocca molti interventi sul territorio. 

Ne cito qualcuno.
Aumentiamo di quasi 4 milioni le risorse per i servizi sociali, di 1 milione per le scuole, di 1,3 milioni per le strade e di 800.000 euro per la cultura. In totale, investiamo 4,8 milioni in più in parte corrente rispetto alle previsioni del centrodestra nel 2025. In conto capitale investiamo 4 milioni in più per le manutenzioni diffuse, 6 milioni per gli impianti sportivi e altrettanti per la messa in sicurezza dei torrenti.

Abbiamo approvato un piano triennale di lavori pubblici da mezzo miliardo con tantissimi interventi, di cui uno mi sta molto a cuore: la ristrutturazione dello stadio Carlini.

Abbiamo sbloccato fondi per due opere che abbiamo trovato bloccate: il parco del Waterfront e il prolungamento della metropolitana. E ancora, nel 2026 il Comune farà 185 assunzioni a tempo indeterminato, di cui 76 per gli organici di direzioni, municipi e scuole. 

Infine, come promesso, abbiamo riabbassato l'IMU sugli affitti a canone concordato.

Avremmo voluto fare molto di più, ma dobbiamo fare i conti con i disastri di chi ci ha preceduto. Per salvare AMT abbiamo messo da parte 15 milioni, sommati a quanto accantonato in sei mesi fanno oltre 22 milioni che avremmo potuto utilizzare diversamente.

Per trovare altre risorse abbiamo introdotto una misura che nessuno ha mai avuto il coraggio di fare: un’addizionale comunale di 3 euro per gli imbarchi su crociere e traghetti. Non si applicherà ai residenti a Genova e nelle isole.

Siamo già pronti alla bagarre populista che da destra urlerà alla sinistra che alza le tasse. È vero: per fare tutto ciò abbiamo dovuto rimodulare l'aliquota IRPEF. Chi ha un reddito superiore a 15.000 euro pagherà tra 30 e 78 euro in più all’anno. Un aumento la cui possibilità era stata già chiesta al Governo dal centrodestra che ci ha preceduti. Solo che noi, a differenza loro, abbiamo aumentato la soglia di esenzione da 14.000 a 15.000 euro, con un risparmio di 145 euro a persona.

Alle sceneggiate, rispondiamo con i fatti.

...

12988 330
Silvia Salis Sindaca di Genova